lunedì 24 gennaio 2011

Gli occhi e le orecchie

Guardava sempre per terra, così era più facile non cadere!
Questa sua abitudine ridusse di qualche centimetro la sua altezza; negli anni aveva ridotto anche di molto la sua naturalezza, quindi decise per rivestire ogni sua parola ed ogni sua azione di sofisticatezza.
Velocemente e volutamente, con questo gesto cancellò ogni traccia di modestia.
La modestia invece poteva essergli molto utile: così perse senso ogni passo che accuratamente meditava.
Non capendolo, continuava ad affannarsi, forse era la gamba che doveva essere più veloce,
il piede più dritto,
la scarpa meno pesante...
...il braccio coordinato!
La colpa era della strada!
Più liscia, più liscia!
Più rapida e meno rapida!
Più liscia, meno rapida!
Meno liscia e più rapida!
Liscia!
Rapida!
Ripida!
Braccio, anzi gamba!
La scarpa, le scarpe!
Caviglia...
...ginocchia...
...anca...
...petto...
Il respiro? Neanche!
E a questo punto era la schiena!
Neanche!!
Il collo forse?
...il mento?
...il naso?
"Assurdo, come può il mio naso influenzare il mio cammino?"
E diceva bene...
Decise allora di cercare nei ricordi. E lo vedevano guardarsi alle spalle, girava girava, girava e girava e si adirava!
Non seppe mai che ciò che avrebbe potuto aiutarlo erano le uniche cose di sè che non vedeva:
gli occhi, la sua sensibilità
e le orecchie, il suo equilibrio.

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